venerdì 10 agosto 2012
Finalmente siamo di nuovo in grado di aggiornare il nostro blog: come stiamo per raccontarvi, abbiamo risolto il problema alla batteria del camper e ci siamo perciò finalmente potuti concedere un paio di giorni di campeggio libero (possibilissimo in Spagna dove, per quella che è la nostra esperienza, è assolutamente tollerato).
Ovviamente non abbiamo però più potuto usufruire dei collegamenti wi-fi che ormai quasi tutti i campeggi offrono e sino ad oggi non ci era stato possibile trovare una scheda ricaricabile di un gestore locale per la nostra chiavetta.
Ecco dunque il resoconto degli ultimi giorni.
Innanzi tutto un aggiornamento sul problema alla batteria.
Martedì, lasciando il campeggio di Jaca nel quale abbiamo pernottato, Veronica ha chiesto alla reception se ci sapevano indicare qualcuno che potesse dare uno sguardo alla nostra batteria.
Ci hanno indicato un'officina in centro città, a due passi dallla cattedrale.
Si trattava di un'officina generica, di quelle che si occupano di pneumatici, problemi meccanici e elettrici.
Eravamo scettici perché in Francia sia l'elettrauto che avevamo interpellato a Montpellier, sia quello di Lourdes si erano categoricamente rifiutati di mettere mano alla batteria della “cellule”. L'antifona era sempre la stessa: per questo genere di problema vi dovete rivolgere a un rivenditore di v.r., noi ci occupiamo solo della batteria del furgone.
Sennonché il rivenditore di camper più vicino a Jaca si trova a Saragozza (per la verità ce n'è uno anche a Tarbes, non distante da Lourdes, che però lunedì pomeriggio avevamo trovato chiuso): due ore di deviazione dal nostro itinerario che avremmo voluto evitare.
Ebbene, il meccanico di Jaca ha controllato le due batterie e con un tester ha verificato che effettivamente quella dell'abitacolo non si ricaricava col motore acceso. Ha quindi individuato il problema in un fusibile “quemado” - sia chiaro, non un comune fusibile di quelli che avrei saputo sostituire: questo era un “ponte” tra due fili, nascosto da una mascherina di plastica nera.
Insomma, con 20 euro ci ha sostituito il pezzo danneggiato e ora tutto funziona alla perfezione!
Abbiamo festeggiato cenando a tapas in un caratteristico bar nei pressi della cattedrale (calamari fritti, melanzane impanate condite con miele aragonese, cozze marinate, salsicce e patate accompagnate da qualcosa di simile alle nostre bruschette, naturalmente cervezas e refrescos).
Ci ha serviti una simpatica ragazza che parlava un italiano perfetto (per via di due fidanzati italiani, ci ha spiegato). E il conto, a dispetto dei nostri timori, è stato tutto sommato accettabile (35 euro).
La batteria funzionante ci ha permesso di regalarci una notte straordinaria: abbiamo deciso di fermarci nei pressi del monastero di San Juan de la Peña (la nostra guida garantiva che la sosta notturna dei camper era tollerata).
Abbiamo così dormito in mezzo a una foresta nel cuore di un parco naturale. Quando siamo arrivati c'era un silenzio surreale e soprattutto buio pesto. Per capirci: non si vedeva più in là di un metro e, sopra di noi, una trapunta di stelle da togliere il fiato.
Non potete immaginare quante siano le stelle del cielo prima di averle viste nel cuore della notte nel mezzo della foresta che circonda il monastero di San Juan de la Peña!
Mercoledì abbiamo dedicato l'intera mattinata alla visita guidata del monastero di San Juan de la Peña. Abbiamo poi pranzato all'Hotel Aragon, lo stesso nel quale avevo soggiornato io undici anni fa, e ci siamo quindi diretti verso Puente la Reina percorrendo l'estremo lembo dell'Aragona per passare quindi in Navarra e in terra basca.
Il clima è torrido, alle 7 di sera c'erano ancora 36 gradi, ma il caldo è secco, non c'è afa e tutto sommato è sopportabile.
A Puente la Reina abbiamo percorso in bicicletta un breve tratto del Cammino e per la notte ci siamo portati nei pressi della chiesa di Eunate, condividendo il piazzale antistante la “eremita” con altri tre camper (uno spagnolo, uno tedesco e uno francese: con noi formavamo una bella rappresentanza dell'Europa).
Giovedì abbiamo attraversato la Navarra con il suo deserto di campi di cereali a perdita d'occhio – luoghi dell'anima che ancora mi emozionano e richiamano – per visitare Estella e portarci poi ne La Rioja, a Santo Domingo de la Calzada dove abbiamo visitato la meravigliosa omonima chiesa.
A Estella siamo capitati nel mezzo della festa patronale: tutti, adulti e bambini, erano vestiti di bianco indossavano un fazzoletto rosso al collo. C'era la fanfara e la processione dei “gigantes” delle maschere di cartapesta raffiguranti allegorie di personaggi storici (re, cavalieri, mori..).
Oggi abbiamo dedicato la giornata alla visita di Burgos e, in particolare, della sua incantevole cattedrale: davvero una città meravigliosa!
Pranzo con menu del peregrino a 10 euro e poi giro in trenino, per onorare la promessa fatta a Eleonora.
Gli spagnoli si confermano simpatici e ospitali: davvero un bel popolo!
Ora siamo a Leon, dove pernotteremo in una ordinata area di sosta (gratuita) a pochi minuti a piedi dal centro storico (e con centro commerciale antistante).
A presto! Anzi, hasta luego!
Stefano
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