sabato 11 luglio 2015

Vedi Napoli e poi...

È ora di rientrare facendo tappa, come da programma, a Matera e Napoli.
Si tratta di due città distantissime da Treviso, molto più lontane di quello che appare dalla carta geografica.
Matera e Napoli appartengono ad un altro mondo.
Matera sembra Gerusalemme. Non è difficile capire perché Mel Gibson abbia girato qui “La Passione di Cristo”. La similitudine però si ferma al contesto paesaggistico: dentro i vicoli Matera è oggi ordinata e pulita, non certo caotica, sudicia o rumorosa.
La città vecchia, scavata nella roccia, nei sassi, è ripopolata ma probabilmente ha perso molto del suo carattere autentico, originario. I Sassi sono un enorme albergo diffuso, una città che è nel contempo resort e museo e forse non è più, come avevano immaginato i ragazzi de “La scaletta”, una città viva.
Quello che si percepisce ancora oggi immaginando la vita dentro ai sassi colloca comunque questa città in un contesto spazio-temporale lontanissimo.
Napoli, soprattutto la parte più antica (Spaccanapoli,  San Lorenzo, San Giuseppe) e la zona tra la stazione ferroviaria e il porto, mi è sembrata fatiscente, disordinata, anarchica. Molti palazzi storici sono in degrado; la mancanza di regole coinvolge il traffico cittadino, le attività commerciali (ci sono ovunque banchi abusivi di merce la più varia: dalle scarpe alle sigarette…).
Ovviamente la mia opinione è condizionata dal ridotto spazio di tempo dedicato alla visita della città che andrebbe approfondita e più attentamente conosciuta;  e dal clima: la giornata era torrida e afosa in modo insopportabile (tanto che nemmeno si scorgeva all’orizzonte la sagoma del Vesuvio e delle isole).
Resta la sensazione, vera o sbagliata che sia, di un’Italia che si muove a due velocità e forse anche con direzioni diverse.
Vedi Napoli e poi… Firenze!
Giovedì ci siamo trovati all’ora di cena in autostrada all’altezza di Firenze. Così abbiamo deciso di cenare in città e fermarci lì per la notte. Abbiamo trovato a Fiesole un parcheggio silenzioso e appartato, ci siamo cambiati (cercando di renderci presentabili per il contesto nel quale ci trovavamo…) e concessi una passeggiata by night in uno dei centri storici più belli del mondo. È stata una serata magica: tra lo stupore, ogni volta nuovo, per la magnificenza della cattedrale, la bellezza del passeggio tra le vie rinascimentali affollate di turisti, l’orchestra sinfonica in Piazza della Signoria e le auto d’epoca…
Abbiamo brindato alla fine di una breve bellissima vacanza!
Stefano




mercoledì 8 luglio 2015

La ricerca della felicità

Dov’eravamo rimasti?
L’ultima volta che scrivevo eravamo a Otranto “prigionieri” della scioccante bellezza di quel tratto di costa da cui non riuscivamo ad allontanarci.
Sabato siamo fuggiti. Naturalmente abbiamo avuto bisogno di un nemico: immaginario o reale, è indispensabile a chi cerca un pretesto per fuggire. Noi l’abbiamo personificato nei turisti della domenica, i pendolari della tintarella che senz’altro l’indomani avrebbero invaso e reso invivibile quell’angolo di paradiso. Meglio fuggire prima dell’arrivo del nemico.
Ci siamo così portati a Castro che doveva essere soltanto la tappa obbligata per visitare domenica mattina la celebre grotta della Zinzulusa. Sennonché proprio sabato a Castro era in programma il “wine fest”. Inglesismi a parte, si tratta di un evento del tutto simile all’ombralonga trevigiana (in chiave più raffinata, sia chiaro): pagando la quota di iscrizione di 10 euro mi è stato consegnato un calice, un mappa del paese e un voucher con il quale potevo scegliere tra i diversi stand della manifestazione 10 vini da degustare. Non mancavano ovviamente cicchetti e assaggi di prelibatezze salentine. È finita così: che mentre io degustavo ottimi vini (dal negroamaro, al primitivo, allo chardonnay…) aiutato (ma solo in minima parte) da Veronica, i bambini saltellavano entusiasti da uno stand all’altro, brandendo il mio voucher come un lasciapassare, assaggiando taralli, finger foods, friselle e addirittura cioccolata.  
Abbiamo cenato in quattro con dieci euro, vino compreso. Meglio non farlo sapere agli organizzatori.
Ero felice come un bambino. E i bimbi entusiasti di una magica serata.
Tornati al camper, l’abbiamo trovato letteralmente circondato da automobili: era impossibile spostarlo; ho atteso che se ne andassero un paio di macchine e poi, con il consueto aiuto di sconosciuti (in Puglia è normale che la gente di passaggio, vedendoti in difficoltà in una manovra, si faccia in quattro spontaneamente per aiutarti) sono riuscito a uscire zigzagando tra le auto in sosta.
Notte in riva al mare a fianco di una torre aragonese poco fuori da Santa Cesarea Terme. La luna, il mare, le barche dei pescatori. Se solo non fossimo stati sopraffatti dalla stanchezza. ..
Sulle grotte della Zinzulusa non mi dilungherò: dovrebbe scriverne Veronica che ama questo genere di escursioni. Io scriverei del mare, in quel tratto profondo e roccioso: avessi avuto il costume non avrei resistito a tuffarmi. Dico sul serio.
Da Castro Marina ci siamo portati ad Alessano per salutare don Tonino Bello che lì è nato e ha la sua famiglia e ora riposa nel cimitero del paese in una bella tomba, scavata in un prato e circondata da una piccola gradinata fatta apposta perché possano stare lì, vicino a lui, i suoi amici.
Nella spiritualità di don Tonino è centrale la contemplazione della bellezza: la bellezza del creato (di cui era attorniato vivendo in questa terra straordinaria) ma anche dei poveri, dei deboli, degli ultimi.
Don Tonino era un uomo felice perché sapiente, perché realizzato nella sua vocazione e perché ha centrato la sua vita sul dono.
Nel pomeriggio abbiamo rotto gli indugi e puntato il navigatore sulla costa ionica: a questo punto direttamente Porto Cesareo saltando Pescoluse, Porto Selvaggio, Sant’Isidoro e altre spiagge che avrei voluto visitare. Ma il tempo ormai stringe.
Siamo arrivati a destinazione alle cinque del pomeriggio. L’impatto è stato tremendo: colonne interminabili di auto, macchine parcheggiate ovunque e sulla spiaggia una quantità di gente impressionante, come credo di non averne mai vista al mare. Un formicaio di bagnanti. Panico.
È stato impossibile trovare un’area di sosta accettabile: tutte strapiene e prezzi alle stelle (ho pagato 8 euro solo per fare carico/scarico..!), così ci siamo rifugiati all’interno, pernottando in campagna nella pace degli ulivi (e rimpiangendo la costa adriatica).
Lunedì mattina ci siamo portati a Punta Prosciutto per trascorrere la mattinata al mare con Erik e il suo papà che avevamo incontrato a Torre dell’Orso e qui abbiamo ritrovato: un po’ quello che succedeva sul Cammino di Santiago… (strana gente i camperisti: ci sono quelli che per essere felici hanno bisogno della piazzola migliore, dello spazio riservato, del camper più accessoriato e quelli, come il papà di Erik, felici dell'amicizia di chi magari per un giorno soltanto è tuo compagno di viaggio  - o, volendo, vicino di casa - desiderosi di condividere le cose belle perché d'altra parte, come dice una delle canzoni preferite da Eleonora, la felicità è doppia se divisa per metà).
Nel pomeriggio, salutata la Puglia, ci siamo diretti a Matera (di cui scriverò in un altro post); ora siamo a Pompei. Domani è il giorno dedicato alla visita di Napoli, poi iniziamo il rientro.
Stefano



venerdì 3 luglio 2015

Otranto

A dispetto del programma iniziale, per il quale a questo punto avremmo dovuto essere sulla costa ionica del Salento, siamo ancora a Otranto.
Non ce l'abbiamo fatta ad andarcene.
Ieri siamo arrivati fino a Santa Cesarea Terme seguendo la costa, che dopo Otranto si fa più selvaggia e brulla (e passando così da Porto Badisco, approdo di Enea). Ma lì ci siamo fermati. O meglio abbiamo invertito la marcia e siamo tornati indietro.
Dev’essere stata la gita in barca del mattino. A bordo di una barca d’epoca abbiamo visitato la incantevole costa a nord di Otranto (Grotta Monaca,  Mulino d’Acqua, Baia Morrone,  Baia dei Turchi,  Alimini) e fatto il bagno in un paio di calette da sogno nell’acqua color smeraldo. Che meraviglia!
Ora siamo ospiti di un agriturismo 5 km a nord di Otranto (L’Agrumeto) in posizione strategica sia per la Baia dei Turchi, che si raggiunge in pochi minuti di bicicletta attraverso la pineta, sia per Otranto dove si può arrivare percorrendo una pista cicloturistica che attraversa la campagna consentendo di evitare la provinciale.
Otranto mi affascina come molte città portuali. Ma c’è qualcosa di particolare che mi attrae in questa città. Probabilmente la sua storia millenaria, in parte terribile, ancora leggibile nell’architettura e nella toponomastica . E poi la luce incredibile di questa città. E la gente cordiale e aperta come chi da secoli è abituato a ricevere la visita di stranieri.
Riusciremo a lasciarla?
Stefano




mercoledì 1 luglio 2015

Torre dell'Orso

Non si può non restare incantati dallo spettacolo di questa baia incorniciata da scogliere verticali sormontate dalla pineta e dalla macchia mediterranea e impreziosita dalla spiaggia di sabbia finissima. I colori che compongono il quadro sono il bianco delle rocce, il verde nelle diverse tonalità della vegetazione, il blu del cielo, l’azzurro-turchese-cobalto del mare cristallino.
Tutta questa bellezza ha un suo contrapasso nell’affollamento di turisti che prendono d’assalto questo paradiso. Lunedì – e siamo solo a giugno – la spiaggia era stracolma di bagnanti che nemmeno si poteva stendere l’asciugamano, oggi fortunatamente la situazione era più accettabile… Per il paesino è tutto un viavai di trenini (quelli che di solito vengono usati per i tour turistici) che riversano in spiaggia gli ospiti degli hotel e dei residence.
Noi ci siamo sistemati all’area di sosta “Parco Camper La Torre” che posso senza esitazione definire in assoluto una delle migliori in cui siamo mai stati: pulitissima, immersa nel verde, silenziosa…
Per due giorni ci siamo adagiati nella tipica vita da spiaggia: bagno al mattino (i bambini perennemente in acqua), pranzo, riposino, passeggiata al pomeriggio.
Ma domani si riparte: il tour del Salento è solo all’inizio.
Stefano





domenica 28 giugno 2015

Salento!

Bastano due giorni per perdere la cognizione del tempo (e a volte addirittura dello spazio).
 Viaggiando in camper succede sempre: è un po’ lo stesso di quando da bambini si giocava a mosca cieca e, dopo averti bendato, ti facevano girare su te stesso per tre o quattro volte: finiva che non  capivi più dov’eri… Più o meno la stessa sensazione.
Ieri (ma davvero era solo ieri?) eravamo in Abruzzo, a due passi da Vasto, nel deserto della campagna che domina e confina con l’azzurro-turchese del mare sottostante. Ettari di vigneti e campi di ortaggi fino all’orizzonte che qui è la costa a strapiombo sull’adriatico.
L’Oasi Punta Aderci è un bel agricampeggio, curato: qualche piazzola per i camper, un prato all’inglese per le tende nel quale gli ulivi (ciascuno con una propria lanterna) fanno da segnaposto, il parco giochi, una braceria… Si accede al mare attraverso le vigne; la spiaggia è selvaggia e sassosa ma non ha vinto i bambini troppo ansiosi di tuffarsi in acqua in equilibrio precario tra le pietre del fondale e le onde del mare agitato.
Da Vasto siamo ripartiti ieri pomeriggio (ma davvero era solo ieri?) e finalmente eccoci in Puglia! Ci si arriva attraverso un tratto di autostrada che sembra attraversare un giardino: ai lati cespugli di oleandro in fiore e intorno ulivi e querce.
Prima tappa Monte Sant’Angelo sulla via sacra longobardorum, deviazione obbligatoria (visitandum est) per i pellegrini di ogni tempo da quando nel V secolo l’arcangelo Michele apparve al vescovo di Siponto.
Il santuario, eretto dai Longobardi, racconta di una devozione millenaria tuttora leggibile nei bassorilievi, nelle nicchie nascoste del percorso tortuoso che scende alla grotta del miracolo, nelle colonne consumate dalle mani dei pellegrini. Ma viva ancora oggi: ieri, in occasione della visita della statua della Madonna di Fatima, il santuario era affollato all’inverosimile di pellegrini mariani che salutavano la Vergine protettrice di Giovanni Paolo II.
Dal Gargano abbiamo raggiunto Trani per la notte che abbiamo trascorso di fronte al castello svevo e dove stamattina abbiamo ammirato la stupenda cattedrale romanica.
Tappa a Ostuni nel pomeriggio e finalmente attraverso una distesa, come un mare, di ulivi …il Salento. 
Stefano





venerdì 26 giugno 2015

L’ULTIMA PIZZA DEL NORD

La vacanza in camper inizia già da merc. 24/06 quando, per festeggiare l’inizio delle vacanze, siamo andati a mangiare l’ultima pizza del Nord anche se poi la vera vacanza inizia oggi, ven. 26/06 (dopo un lungo giovedì di preparativi) ma in realtà non nel migliore dei modi: qualche impreparazione a tema preparativo e qualche imprevisto (come la rottura della pompa da bici) ma poi finalmente, dopo un mese da Eagle Caravan, facciamo “sgranchire le gambe” (o dovrei dire le ruote) al nostro camper. La prima sensazione è che è tutto figo: Gli aggiornamenti (apertura esterna gavone, portabici, luce esterna e turboventola) si rivelano subito utilissimi: l’apertura esterna del gavone è perfetta per il carico iniziale della roba; nel portabici è un po’ scomodo caricare le bici ma dopotutto dieci minuti di lavoro per avere le bici per due settimane ne vale la pena; poi c’è la luce esterna che abbiamo provato solo ieri sera nel parcheggio di casa nostra e abbiamo visto che illumina “un botto”; ed infine la  turboventola che si dichiara molto utile durante le sei ore di viaggio facendo girare l’aria condizionata non solo in cabina ma anche in abitacolo. La seconda sensazione è stupore: dopo un po’ che non vai in camper è tutto strano, compreso il carico acqua (1a tappa dopo la partenza) che gli anni scorsi mi risultava banale. La seconda tappa dopo la partenza è da Bep’s  per comprare il pannello catarinfrangente per le bici e una nuova pompa. Poi, terza tappa, da Gallina, per fare benzina e acquistare una bombola di GAS per il camper. Soltanto che: per la benzina, OK; ma per la bombola di GAS, il tizio del negozio ci aveva detto che ormai aveva chiuso da 10 min. e che dovevamo tornare durante l’orario di apertura (pidocchioso!!). Così ce ne andiamo con le mani vuote sperando di trovarne una al Sud. I viaggi in camper non li ricordavo così: sembra quasi che il camper sia più confortevole. Alle due meno un quarto stiamo pranzando con un bel prosciutto e melone sul piatto e poi ripartiamo. Il viaggio passa abbastanza veloce: io e papà mettiamo bella musica, riposino e partitone a Indovina Chi. Tra poco arriviamo all’area di sosta Oasi Punta Aderci dove faremo una buonissima cena a base di melanzane al funghetto e SIMMENTAL. Domani bagnetto al mare di Vasto con tutti i particolari nel prossimo post.
                                                                                           Jack
                                                Scritto il 26/06/2015 alle 19:50 sulla A14   

Lu sule, lu mare, lu ientu

Pronti a una nuova partenza.
Come si assomiglia ogni volta il "giorno zero" della vacanza: ieri, dopo quattro giorni di full immersion, sono riuscito a scappare dallo studio solo alle 8 di sera cercando di convincermi che è tutto sotto controllo, dopo aver sistemato le ultime cose, dato istruzioni e raccomandazioni per le prossime due settimane... .
Con la testa sono ancora al lavoro ma conosco questa sensazione: è solo questione di tempo, poi dovrebbe migliorare.
Anche perché - e pure i buoni propositi sono sempre gli stessi - le prossime due settimane mi piacerebbe fossero tutte per noi, per Veronica e per i bimbi. Le vacanze sono il team building per la famiglia!
Il camper, almeno lui, è in forma smagliante: è appena tornato da un mese di lifting e ora ha un portabici, l'illuminazione esterna, un nuovo gavone, la turboventola...
Siamo pronti per il Salento. Quest'anno sono stato perentorio: mare! Lo dovrebbero inserire tra i diritti inviolabili dei bambini (anche quelli ormai con i capelli grigi si intende...).
Stefano