Dov’eravamo
rimasti?
L’ultima
volta che scrivevo eravamo a Otranto “prigionieri” della scioccante bellezza di
quel tratto di costa da cui non riuscivamo ad allontanarci.
Sabato siamo
fuggiti. Naturalmente abbiamo avuto bisogno di un nemico: immaginario o reale,
è indispensabile a chi cerca un pretesto per fuggire. Noi l’abbiamo
personificato nei turisti della domenica, i pendolari della tintarella che senz’altro
l’indomani avrebbero invaso e reso invivibile quell’angolo di paradiso. Meglio
fuggire prima dell’arrivo del nemico.
Ci siamo
così portati a Castro che doveva essere soltanto la tappa obbligata per
visitare domenica mattina la celebre grotta della Zinzulusa. Sennonché proprio
sabato a Castro era in programma il “wine fest”. Inglesismi a parte, si tratta
di un evento del tutto simile all’ombralonga trevigiana (in chiave più raffinata,
sia chiaro): pagando la quota di iscrizione di 10 euro mi è stato consegnato un
calice, un mappa del paese e un voucher
con il quale potevo scegliere tra i diversi stand della manifestazione 10 vini
da degustare. Non mancavano ovviamente cicchetti e assaggi di prelibatezze
salentine. È finita così: che mentre io degustavo ottimi vini (dal negroamaro,
al primitivo, allo chardonnay…) aiutato (ma solo in minima parte) da Veronica,
i bambini saltellavano entusiasti da uno stand all’altro, brandendo il mio voucher come un lasciapassare,
assaggiando taralli, finger foods,
friselle e addirittura cioccolata.
Abbiamo
cenato in quattro con dieci euro, vino compreso. Meglio non farlo sapere agli
organizzatori.
Ero felice
come un bambino. E i bimbi entusiasti di una magica serata.
Tornati al
camper, l’abbiamo trovato letteralmente circondato da automobili: era
impossibile spostarlo; ho atteso che se ne andassero un paio di macchine e poi,
con il consueto aiuto di sconosciuti (in Puglia è normale che la gente di
passaggio, vedendoti in difficoltà in una manovra, si faccia in quattro spontaneamente
per aiutarti) sono riuscito a uscire zigzagando tra le auto in sosta.
Notte in
riva al mare a fianco di una torre aragonese poco fuori da Santa Cesarea Terme.
La luna, il mare, le barche dei pescatori. Se solo non fossimo stati sopraffatti
dalla stanchezza. ..
Sulle grotte
della Zinzulusa non mi dilungherò: dovrebbe scriverne Veronica che ama questo
genere di escursioni. Io scriverei del mare, in quel tratto profondo e roccioso:
avessi avuto il costume non avrei resistito a tuffarmi. Dico sul serio.
Da Castro
Marina ci siamo portati ad Alessano per salutare don Tonino Bello che lì è nato
e ha la sua famiglia e ora riposa nel cimitero del paese in una bella tomba, scavata
in un prato e circondata da una piccola gradinata fatta apposta perché possano
stare lì, vicino a lui, i suoi amici.
Nella
spiritualità di don Tonino è centrale la contemplazione della bellezza: la
bellezza del creato (di cui era attorniato vivendo in questa terra
straordinaria) ma anche dei poveri, dei deboli, degli ultimi.
Don Tonino
era un uomo felice perché sapiente, perché realizzato nella sua vocazione e perché
ha centrato la sua vita sul dono.
Nel
pomeriggio abbiamo rotto gli indugi e puntato il navigatore sulla costa ionica:
a questo punto direttamente Porto Cesareo saltando Pescoluse, Porto Selvaggio,
Sant’Isidoro e altre spiagge che avrei voluto visitare. Ma il tempo ormai
stringe.
Siamo
arrivati a destinazione alle cinque del pomeriggio. L’impatto è stato tremendo:
colonne interminabili di auto, macchine parcheggiate ovunque e sulla spiaggia
una quantità di gente impressionante, come credo di non averne mai vista al
mare. Un formicaio di bagnanti. Panico.
È stato
impossibile trovare un’area di sosta accettabile: tutte strapiene e prezzi alle
stelle (ho pagato 8 euro solo per fare carico/scarico..!), così ci siamo
rifugiati all’interno, pernottando in campagna nella pace degli ulivi (e
rimpiangendo la costa adriatica).
Lunedì
mattina ci siamo portati a Punta Prosciutto per trascorrere la mattinata al
mare con Erik e il suo papà che avevamo incontrato a Torre dell’Orso e qui
abbiamo ritrovato: un po’ quello che succedeva sul Cammino di Santiago… (strana gente i camperisti: ci sono quelli che per essere felici hanno bisogno della piazzola migliore, dello spazio riservato, del camper più accessoriato e quelli, come il papà di Erik, felici dell'amicizia di chi magari per un giorno soltanto è tuo compagno di viaggio - o, volendo, vicino di casa - desiderosi di condividere le cose belle perché d'altra parte, come dice una delle canzoni preferite da Eleonora, la felicità è doppia se divisa per metà).
Nel pomeriggio, salutata la Puglia, ci siamo diretti a Matera (di cui scriverò in un altro post); ora siamo a Pompei. Domani è il giorno dedicato alla visita di Napoli, poi iniziamo il rientro.
Nel pomeriggio, salutata la Puglia, ci siamo diretti a Matera (di cui scriverò in un altro post); ora siamo a Pompei. Domani è il giorno dedicato alla visita di Napoli, poi iniziamo il rientro.
Stefano
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