martedì 2 agosto 2022

Nelle terre dei Malaspina

Arriva sempre nei nostri tour in camper il giorno in cui, dopo tappe estenuanti dedicate a macinare chilometri per raggiungere la meta prefissata o comunque dopo qualche notte improvvisata fuori campeggio, sostando dove si trova, raggiungiamo un’area attrezzata dotata di tutti i comfort di cui necessitiamo per rimetterci in sesto.

Eccoci dunque a Casola in Lunigiana un minuscolo borgo non distante da Fivizzano, siamo quindi nella parte più meridionale della regione, ormai al confine con la Garfagnana, a ritemprarci dopo i primi tre giorni di viaggio.

Questa inedita avventura in camper è iniziata domenica. 

Inedita perché per la prima volta senza i nostri ragazzi, quindi tutta da scoprire. 

Che dire? C’è più spazio e (forse) meno disordine in camper, abbiamo la possibilità di dedicarci a visite di chiese e castelli senza suscitare malumori e possiamo riservare le nostre energie al viaggio senza doverle impiegare nella risoluzione di crisi varie… non abbiamo ascoltato Naska né Sangiovanni. E soprattutto, quando ci mettiamo in veranda, abbiamo due comode poltrone tutte per noi. 

Non scrivo, perché sarebbe troppo lungo, tutto quello che ci manca del viaggiare con l’equipaggio al completo. 

Domenica dicevo. Siamo partiti abbastanza presto. Sono andato a correre all’alba, come di consueto in questa stagione, e poi via. Prima tappa all’IKEA a Padova dove Veronica voleva comperare un nuovo set di piatti in plastica per il camper che aveva adocchiato l’ultima volta che ci è stata. Niente da fare: esauriti. Abbiamo rimediato un’insalatiera e delle salviette oltre alle immancabili polpette (vegetariane però) e ce ne siamo andati. Direzione Bobbio, provincia di Piacenza, prima tappa fuori contesto del nostro giro in Lunigiana.

Per la verità fuori contesto neanche troppo non solo perché Bobbio è stata nel medioevo sede di un’importante abbazia – Veronica desiderava visitarla in quanto qui c’era il più importante scriptorium del tempo – e quindi, come la Lunigiana, che è percorsa dalla via Francigena, era itinerario di pellegrini e crocevia di uomini ma anche per una caratteristica che mi pare accomuni quel piccolo borgo a quelli lunigianesi: si tratta in entrambi i casi di borghi di pietra, spesso costruiti lungo il corso di un fiume e quindi corredati di ponti, molti dei quali risalenti all'epoca romana, paesi in buona parte non restaurati e comunque non (ancora) fagocitati dal turismo, che conservano una loro autenticità primitiva se così si può dire.

Siamo fuori dagli itinerari del turismo di massa, ciò che fa di questi posti dei luoghi affascinanti.

A Bobbio abbiamo sostato nell’area di sosta comunale sulla riva del fiume Trebbia, frequentatissimo dalla gente del luogo che vi si bagna e ci trascorre le calde giornate d’estate.

Bella area di sosta a cui manca almeno un blocco servizi e docce che visto il contesto (spiaggia sul fiume) sarebbe opportuno.

Oltre ai monumenti per cui è famosa, Bobbio ospita un’importante mostra del cinema (in corso in questi giorni), così come Pontremoli è sede del premio letterario Bancarella e mi è parso abbia una vivace agenda culturale. Si tratta però di città che, appunto, non sono mete iconiche nel turismo di massa, ben diverse, tanto per fare un esempio, dai borghi della Val d’Elsa e perciò prive di quel make up che rende quelli più carini ma forse meno veri.

Tornando a noi, siamo arrivati a Bobbio nel tardo pomeriggio (ha guidato quasi sempre Veronica a cui ho promesso che avrebbe potuto farlo ogni volta che voleva). Nonostante il caldo torrido, che ci ha accompagnato in tutti questi giorni, sistemato il camper ci siamo subito messi in cammino e abbiamo raggiunto il paese con l’abbazia, il centro storico medievale, il castello Malaspina (ce n’è uno in ogni paesino della Lunigiana, altro tratto in comune), scendendo infine al ponte Gobbo per raggiungere da lì una piccola piscina termale e fare ritorno al camper.

Con i chilometri della corsa mattutina nelle gambe, la stanchezza si è fatta sentire tutto il giorno perciò dopo cena sono crollato: niente festival del cinema per questa volta.

L’indomani da Bobbio ci siamo portati a Pontremoli – non a piedi, attraversando gli Appennini seguendo il Cammino degli Abati (come Veronica si è impegnata di fare a breve) – bensì in camper attraverso il passo della Cisa.

Visita della città, fin su al castello del Piagnaro, ancora una volta con un caldo soffocante a rendere tutto un po’ faticoso, poi si trattava di capire dove avremmo trascorso la notte.

In Lunigiana ci sono pochissime aree di sosta per camper, la maggior parte sono niente più che posteggi sull’asfalto. Impossibile trovare in zona un allaccio alla corrente, ho individuato non distante da Pontremoli un parco di castagni, poco lontano dalla Pieve di Sorano. L’abbiamo raggiunto e ci siamo sistemati lì, a bordo del parco, all’ombra dei castagni e con il sottofondo del luna park poco distante.

Oggi Malgrate, Bagnone, Fivizzano e Castello della Verrucola. E finalmente una doccia e un po’ di riposo qui al campeggio di Nicolò. Snoopy ci è riconoscente: a Fivizzano ci ha fatto capire che non ne poteva più.






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