Non vorrei essere da nessun’altra parte al mondo. Il mio posto è qui, a Murter, Dalmazia centrale, di fronte all’Adriatico e all’arcipelago delle Incoronate. E sinceramente non so se o come potrò mai andarmene da qui.
Il camper è parcheggiato su uno scoglio a ridosso del mare, a cui si accede direttamente dalla piazzola. Lo scenario di cui godiamo quando siamo a tavola o a letto o qualsiasi altra cosa facciamo è il mare blu cobalto, che a riva si colora di smeraldo. Sullo sfondo si intravvedono le linee sinuose delle Incoronate, ogni tanto passa una barca a vela. Il suono delle onde che accarezzano le rocce è intervallato dal cinguettio degli uccelli, ospiti dei pini marittimi che rivestono gli scogli e donano ombra alle piazzole profumando l’aria.
Siamo arrivati in questo angolo di paradiso per caso reinventando il programma di viaggio che dopo Rovigno avrebbe previsto alcuni giorni all’isola di Cres prima di addentrarci nell’entroterra per raggiungere Plitvice.
E invece, prudenzialmente a causa di un lieve eritema solare che ha colpito Eleonora e già appagati da due giorni di mare, abbiamo deciso di andare subito ai laghi di Plitvice, rinviando Cres al ritorno o a una prossima volta.
La strada che da Rovigno porta al Parco Nazionale dei laghi di Plitvice, specie dopo Fiume, ci ha consentito di scoprire una Croazia ormai in via di estinzione, almeno sulla costa, fatta di villaggi poveri e rurali i cui abitanti sembrano vivere fuori dal tempo: in molte delle modeste fattorie che costeggiano la strada insegne artigianali informano gli automobilisti che sono in vendita med e sir, miele e formaggio: ne abbiamo approfittato per rifornire la cambusa di prelibatezze a km 0.
Il Korana Camping, gestito dall’Ente Parco Nazionale dei laghi di Plitvice, è un enorme parco di doline e querce, senza piazzole delimitate, dove è possibile godere di tutta la pace e privacy che si possa desiderare (anche se poi i campeggiatori per comodità prediligono tutti le aree a ridosso dei servizi igienici e così abbiamo fatto noi). Nel campeggio, come anche nel Parco Nazionale, sono ammessi i cani (come abbiamo imparato, non è scontato in Croazia) a cui invece non è consentito l’ingresso nella navetta che collega il campeggio all’ingresso del Parco. Così siamo stati costretti a raggiungerlo in camper - impensabile andarci in bicicletta percorrendo la trafficatissima statale - lasciando di prima mattina (e un giorno prima del previsto) il campeggio.
I laghi di Plitvice sono meravigliosi come me li aspettavo (non c’è persona a cui ho detto che andavo in Croazia che non me ne abbia parlato in termini entusiastici): il colore dell’acqua e il susseguirsi di cascate e laghetti è davvero incredibile. Come tutti i siti turistici famosi, è però preso d’assalto dai turisti, così si percorrono le passerelle lungo i laghi in processione con ingorghi per i selfies nei punti più panoramici - retaggio questo del turismo di massa all’epoca degli smartphone - il che, devo essere sincero, toglie un po’ di poesia al contesto. Inoltre i percorsi obbligati - che, capisco, servono a preservare l’ambiente - impediscono di godere appieno della natura che, in definitiva, è l’essenza dell’esperienza in un parco naturale.
Da Plitvice abbiamo poi raggiunto una piccola area di sosta improvvisata nei pressi di Zara (ricavata in un terreno adiacente a una fabbrica di marmo, probabilmente dagli stessi proprietari: lo si deduce dal fatto che tutto nell’area di sosta sia realizzato in marmo: dalla piscina ai bagni, alla “reception”).
Zara è una città vivace, ferita più volte dalla guerra e tuttavia non arresa; il centro storico conserva gelosamente le opere d’arte scampate ai bombardamenti, nascoste tra orribili palazzi degli anni ’50. Si respira in città un’atmosfera frizzante: la gente sembra essersi riappropriata delle strade e delle piazze che sono piene di giovani (la maggior parte dei quali, rifletto, nemmeno erano nati all’epoca della guerra di indipendenza) e di famiglie. Al tramonto ci siamo portati sul molo per godere del the most beautiful sunset in the world (Hitchcock): insieme a centinaia di altre persone, assiepate intorno al Saluto al Sole, sedute sui gradini dell’Organo Marino di Nikola Bašić, abbiamo ammirato il lento scomparire del sole all’orizzonte.
Nessun commento:
Posta un commento