venerdì 12 luglio 2019

Sulla strada verso casa

La vacanza volge al termine, quest’anno prima del solito. I ragazzi protestano e non posso dargli torto: avrei voluto anch’io prolungare il tour della Croazia di un’altra settimana almeno, così da arrivare a Dubrovnik, come avevamo progettato, e magari fare ritorno a casa passando da Mostar e Sarajevo, Zagabria e Lubiana. 
Ma gli impegni di lavoro non ce lo permettono. Per quest’anno è andata così. Ci consoliamo progettando qualche scampolo di vacanza ad agosto, magari ad Acciano e/o nelle Dolomiti.
La penultima giornata di vacanza è stata senza dubbio la peggiore. Siamo a Lozovac, nei pressi del Parco Nazionale del Krka, dove siamo arrivati provenendo da Spalato, in quella che è la prima tappa del viaggio di ritorno.
Il Parco Nazionale del Krka è simile a quello di Plitvice ma è più piccolo e per questo, pensavo, meno affollato. Così questa mattina ce la siamo presa con calma: dopo colazione mi sono dedicato alla manutenzione delle biciclette, in particolare di quella malandata di Eleonora (che da tempo protesta per le condizioni della sua che, ci ricorda, abbiamo acquistato di seconda mano): ho aggiustato un freno, oliato la catena e sistemato alla bene e meglio il sellino. Verso le 11,00 ci siamo messi in sella e diretti all’ingresso del Parco. Dopo meno di un chilometro primo imprevisto: la catena della bicicletta di Eleonora, proprio oggi, si è improvvisamente spezzata. In mezzo alla campagna non c’è stata altra soluzione che lasciare la bici a lato della strada e proseguire con le altre tre: Eleonora si è accomodata sul portapacchi della mia.
L’ingresso del Parco Nazionale del Krka è un piazzale affollato di autobus e turisti e chioschi di ogni tipo dove è possibile comprare, oltre agli immancabili souvenir, panini e bibite, olio e frutta secca, gite organizzate… . Avremmo dovuto intuire che il sito era infrequentabile dal caos che regnava in quel piazzale, invece non ci abbiamo fatto caso: acquistati i biglietti (spendendo complessivamente circa 90 euro, mica bruscolini…) ci siamo diretti all’inizio del percorso attraverso un sentiero sterrato di circa un chilometro che scende verso i laghi. Giunti a destinazione una scena raccapricciante: centinaia di persone imbottigliate sulle passerelle lungo le quali a tratti nemmeno si riusciva a camminare: addirittura peggio che a Plivitce. La maggior parte dei turisti era diretta al lago principale nel quale è consentita la balneazione a ridosso delle cascate. In effetti una volta arrivati lì una distesa di bagnanti con asciugamani e oli abbronzanti occupavano ogni spazio di terreno disponibile (in quanto non occupato da chioschi).
L’unica cosa che desideravo a quel punto era di andarmene prima possibile - non ci è nemmeno passato per la testa di fare il bagno in mezzo a quella calca. E infatti appena terminato il picnic ci siamo affrettati a percorrere il tratto rimanente del percorso e siamo ritornati al piazzale.
È un vero peccato perché il sito in sé sarebbe meraviglioso: anche qui, come a Plitvice, lo spettacolo delle cascate e dei laghi è notevole ma la gestione del Parco è pessima: da tutta la costa - dove innumerevoli agenzie propongono pacchetti escursionistici verso le isole e i parchi - decine e decine di autobus e van scaricano ogni giorno nel Parco migliaia di turisti, ben di più di quanti il sito possa contenere, con la conseguenza di rendere quello che è un contesto naturale unico in un orribile carnaio.
Annoto in chiusura l’itinerario che abbiamo seguito da Murter a qui: da Šibenik (spettacolare la vista della foce del fiume Krka dalle fortezze veneziane che sormontano la cittadina che invece in sé ho trovato fatiscente), ci siamo portati a Trogir (meraviglioso centro storico medievale impreziosito dalla superba cattedrale) da dove abbiamo raggiunto Spalato (sostando per la notte in un tranquillo parcheggio di una zona residenziale poco distante dal centro storico). La “capitale del sud” merita la visita già solo per il Palazzo di Diocleziano, grandiosa testimonianza dell’epoca romana, viva - in quanto cuore della città - e ovviamente sovraffollata di turisti. La città - che è una buona idea ammirare arrampicandosi sulla collina di Marjan, una foresta nel cuore di Spalato - è moderna e affascinante, protetta dalle montagne a oriente e aperta sull’Adriatico.

Ora rotta verso l’Italia.


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