Le nostre avventure in camper questa volta iniziano a Trieste.
Ci arriviamo verso mezzanotte, essendo riusciti a partire solo nel tardo pomeriggio, dopo una breve sosta a Portogruaro per cena.
Non stiamo rispettando il programma che avrebbe previsto il primo giorno l’arrivo a Rovigno con tappa a Trieste e Parenzo, partendo ovviamente la mattina.
Per me è destabilizzante ma provo a non farci caso. D’altra parte, ci sono un sacco di piccole cose a cui, impegnandomi, non faccio più caso, a testimonianza del fatto che con gli anni si cambia o semplicemente ci si adatta.
Il viaggio in autostrada è faticoso a causa del traffico intenso e rallentato dai lavori di costruzione della terza corsia.
Abbiamo sciaguratamente deciso di non caricare l’acqua a Montebelluna per guadagnare tempo, contando di provvedere al rifornimento in autostrada, dove però non troviamo una sola colonnina attrezzata.
Così al nostro arrivo a Miramare, dove abbiamo scelto di sostare per la notte, ci mettiamo alla ricerca di una fontanella. Niente da fare: siamo costretti a raggiungere l’unico camper service cittadino, a una decina di chilometri di distanza, riuscendo finalmente a sistemarci per la notte solo verso le 2,00.
Il risveglio ci regala una giornata di sole e vento. Facciamo colazione sul lungomare, poi ci portiamo in centro.
Trieste, dove capito per la terza volta in dieci giorni - questa volta però posso godermela senza giacca e cravatta e soprattutto senza affanni - mi sta lentamente conquistando.
Ho da sempre un debole per Genova di cui amo la luce, il verde degli ulivi a ridosso del mare, il magnifico centro storico con i palazzi secenteschi. i vicoli e il porto nuovo disegnato da Renzo Piano da dove partono navi che attraversano il mondo.
Trieste sinora non mi aveva attratto allo stesso modo: mi è sempre parsa una città fredda, più rivolta alla Mitteleuropa che al Mediterraneo. E scontava il paragone con la città della Lanterna.
Ultimamente però qualcosa sta cambiando: come si fa a non emozionarsi quando, arrivandoci da Prosecco, si inizia a scorgere il mare e lo scenario del golfo? Guardo i palazzi sulle colline e provo una mite invidia immaginando lo spettacolo di cui godono gli inquilini di quegli appartamenti la mattina, al risveglio.
Anche la sua gente, che può apparire rude e sbrigativa, mi interessa. Così mi sono infilato in una piccola libreria del centro, particolarmente curata, una di quelle (sempre più rare) nelle quali è evidente l’impronta del libraio e ho acquistato due libretti di Mauro Covacich, uno proprio su Trieste, la sua città.
Siamo poi ripartiti alla volta della Croazia, evitando l’autostrada per non pagare la vignetta slovena.
Tappa a Parenzo: modesta cittadina pretenziosa (non vale Caorle), fatta eccezione per la Basilica Eufrasiana che abbiamo visitato ormai stanchi dal viaggio e dall’odissea affrontata per riuscire a trovare un parcheggio per il camper: ovunque in città pullulano divieti di accesso per i veicoli ricreazionali, anche nei parcheggi pubblici. L’unico nel quale è possibile lasciare il camper è quello per gli autobus pagando la stessa tariffa dei pullman: 8 euro all’ora!
Rovigno in compenso non ci ha deluso. Il campeggio (Camping Porton Biondi) è molto bello e pulito; abbiamo una piazzola vista mare e in pochi minuti di bicicletta siamo in paese. Oggi gita all’Isola di Crveni - splendida, con un mare cristallino e una ricca vegetazione mediterranea, interdetta alla circolazione di qualsiasi mezzo e purtroppo anche dei cani (così Snoopy è dovuto rimanere in camper), probabilmente per volere dei gabbiani che qui regnano incontrastati - e giornata dedicata allo snorkeling. Domani andremo in pineta. Prima però - e non vedo l’ora - vado a correre tra il vento e il mare.
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