venerdì 5 agosto 2022

Ad Sanctum Vultum Domini

Gli ultimi due giorni del nostro viaggio sono dedicati alla Garfagnana. 
Castelnuovo è un paesino grazioso nel cui centro storico spicca la Rocca Ariostesca che deve il suo nome all'essere stata sede del governo estense e all'aver ospitato, dal 1522 al 1525, come governatore della Garfagnana il poeta Ludovico Ariosto.
Ci sistemiamo per la notte, in mancanza di alternative, nell’area di sosta comunale: un parcheggio piuttosto squallido nei pressi dello stadio. Fa un gran caldo che ci spossa e, temiamo, non ci farà dormire (fortunatamente non sarà così).
Giovedì mattina, prima di proseguire per Barga facciamo una passeggiata al rinomato mercato di Castelnuovo di cui tutte le guide turistiche parlano. Ci pare per la verità un mercato come tanti altri… mi colpisce però la cortesia della gente qui davvero molto aperta e cordiale.
Rientrati al camper ci portiamo a Barga. 
Parcheggiamo nel piazzale del Conad. Non facciamo in tempo a scendere dal camper che il gestore del bar limitrofo si avvicina urlandoci che quello non è un parcheggio per camper. Per fortuna dopo alcuni giorni di vacanza ho i nervi molto distesi perciò mi avvicino e con calma gli faccio presente che abbiamo posteggiato lì perché abbiamo intenzione, dopo una breve passeggiata in centro, di fare la spesa al supermercato. Il barista bofonchia qualcosa invitandoci a contenere in poco tempo la nostra visita.
Barga è un borgo medievale delizioso con le sue vie di ciottoli e scalini e le case antiche. Ma il vero gioiello è il Duomo di San Cristoforo: una gemma dell’architettura romanica che domina il centro abitato e vale da solo il viaggio.
Il caldo in questi giorni è soffocante tanto che anche Snoopy si trascina a fatica.
Proseguiamo per Gallicano (non dopo aver preso una bibita dal barista pedante) dove ci sistemiamo nell’area di sosta comunale: un’area molto curata, nei pressi degli impianti sportivi e della piscina e perfettamente attrezzata (c’è addirittura la possibilità di avere gratuitamente l’allaccio alla elettricità). Dopo aver pranzato ci concediamo qualche ora di riposo nel camper climatizzato quindi nel tardo pomeriggio facciamo una passeggiata fino al paese. Per cena decidiamo di tornare a Barga, lasciando a malincuore la nostra piazzola con la speranza di ritrovarla al ritorno (anche a Barga c’è un’area di sosta comunale per i camper ma è a pagamento, le colonnine per l’elettricità non funzionano e sembra infestata dalle zanzare). E fortunatamente è così.
Oggi dopo una breve tappa a Borgo al Mozzano per vedere il Ponte Gobbo e la Linea Gotica, raggiungiamo Lucca dove termina il nostro tour: la città è bellissima e meriterà di essere visitata con calma. Considerato il caldo insopportabile e la necessità di rientrare in serata a Montebelluna, ci limitiamo a visitare la famosa piazza dell’Anfiteatro e la Cattedrale con il Volto Santo, meta dei pellegrini provenienti dal cammino degli Abati, come noi.





giovedì 4 agosto 2022

Dalla Lunigiana alla Garfagnana

Il campeggio di Casola in Lunigiana assomiglia a un ostello per la gioventù. 

Nicolò ha rilevato quest’area, di proprietà del Comune, dismessa da un po’, un anno fa e insieme a due coetanei ha riaperto il campeggio dove, oltre ad ospitare i turisti, organizza svariate attività ricreative e culturali. Quando arriviamo è trafelato, reduce da due giorni di festa e musica e, mentre ci dà alcune (minime) indicazioni su come e dove sistemarci, organizza la squadra che si occupa di riordinare la zona ristoro e pulire i bagni, si concede una birra in compagnia dei suoi amici, risponde alle domande di due escursionisti olandesi. La sera ceniamo nel ristoro del campeggio ed è sempre lui che cucina, serve ai tavoli, si assenta per andare in paese ad acquistare gli ingredienti che gli mancano… ci racconta che è rimasto da solo: la ragazza che con lui gestiva il campeggio, che era anche la sua fidanzata, è sparita da una decina di giorni tanto che, ci dice, forse la loro storia è finita (e dell’altro tipo non si hanno notizie). Il campeggio, posto in un’area verde nei pressi di un ruscello, pullula di giovani, italiani e stranieri; siamo probabilmente i più vecchi (insieme a una coppia di trekkers) e questo ne fa un posto divertente e piacevole. Ceniamo con un ottimo piatto di salsiccia e fagioli che Nicolò ci assicura essere tipico del posto e con i testaroli al pesto che ci propone salvo poi accorgersi che gli manca la materia prima, perciò, come dicevo, sparisce per andare a comprarli (chissà dove alle otto e mezza di sera…).

Ieri abbiamo terminato il tour della Lunigiana dirigendoci a Fosdinovo dove abbiamo visitato il magnifico castello che domina la collina affacciandosi sul golfo di Sarzana e la foce del Magra. Ci si arriva arrampicandosi attraverso chilometri di tornanti su stradine lungo le quali preghi di non incontrare un veicolo in direzione opposta.

Arrivati al borgo, il camper ci segnala la riserva di carburante così ci mettiamo alla ricerca di un distributore dove fare rifornimento. Il più vicino è …a Sarzana perciò non abbiamo scelta: scendiamo sino al mare e sull’Aurelia troviamo la pompa di benzina. Ne approfittiamo per acquistare due cose al supermarket e tanto è sufficiente per farci capire che questo posto non fa per noi: ovunque divieti di sosta per i camper, addirittura il parcheggio del centro commerciale è inaccessibile ai veicoli di altezza superiore ai 2,30 mt… traffico e caos ovunque. Ritorniamo di corsa alla pace del nostro maniero e alle terre di lunigiana dove oltre agli immancabili olandesi e a qualche turista inglese, non c’è nessuno, ancora una volta arrampicandoci su stradine anguste e tortuose. 

La visita al castello è simpatica: ci guidano un signore apparentemente svogliato ma comunque spiritoso, la gatta del maniero e, a quanto pare, alcuni fantasmi.

È quindi tempo di salutare la Lunigiana e portarci a Castelnuovo di Garfagnana per la seconda parte della nostra gita.  

La strada che da Fosdinovo porta in Garfagnana è in parte la stessa che abbiamo percorso per arrivare al campeggio di Nicolò. Da Casola in Lunigiana si prosegue valicando gli appennini per ridiscendere nella valle del Serchio: è questo il fiume che ci accompagnerà (dopo il Trebbia e il Magra) in questi ultimi giorni di vacanza. 






martedì 2 agosto 2022

Nelle terre dei Malaspina

Arriva sempre nei nostri tour in camper il giorno in cui, dopo tappe estenuanti dedicate a macinare chilometri per raggiungere la meta prefissata o comunque dopo qualche notte improvvisata fuori campeggio, sostando dove si trova, raggiungiamo un’area attrezzata dotata di tutti i comfort di cui necessitiamo per rimetterci in sesto.

Eccoci dunque a Casola in Lunigiana un minuscolo borgo non distante da Fivizzano, siamo quindi nella parte più meridionale della regione, ormai al confine con la Garfagnana, a ritemprarci dopo i primi tre giorni di viaggio.

Questa inedita avventura in camper è iniziata domenica. 

Inedita perché per la prima volta senza i nostri ragazzi, quindi tutta da scoprire. 

Che dire? C’è più spazio e (forse) meno disordine in camper, abbiamo la possibilità di dedicarci a visite di chiese e castelli senza suscitare malumori e possiamo riservare le nostre energie al viaggio senza doverle impiegare nella risoluzione di crisi varie… non abbiamo ascoltato Naska né Sangiovanni. E soprattutto, quando ci mettiamo in veranda, abbiamo due comode poltrone tutte per noi. 

Non scrivo, perché sarebbe troppo lungo, tutto quello che ci manca del viaggiare con l’equipaggio al completo. 

Domenica dicevo. Siamo partiti abbastanza presto. Sono andato a correre all’alba, come di consueto in questa stagione, e poi via. Prima tappa all’IKEA a Padova dove Veronica voleva comperare un nuovo set di piatti in plastica per il camper che aveva adocchiato l’ultima volta che ci è stata. Niente da fare: esauriti. Abbiamo rimediato un’insalatiera e delle salviette oltre alle immancabili polpette (vegetariane però) e ce ne siamo andati. Direzione Bobbio, provincia di Piacenza, prima tappa fuori contesto del nostro giro in Lunigiana.

Per la verità fuori contesto neanche troppo non solo perché Bobbio è stata nel medioevo sede di un’importante abbazia – Veronica desiderava visitarla in quanto qui c’era il più importante scriptorium del tempo – e quindi, come la Lunigiana, che è percorsa dalla via Francigena, era itinerario di pellegrini e crocevia di uomini ma anche per una caratteristica che mi pare accomuni quel piccolo borgo a quelli lunigianesi: si tratta in entrambi i casi di borghi di pietra, spesso costruiti lungo il corso di un fiume e quindi corredati di ponti, molti dei quali risalenti all'epoca romana, paesi in buona parte non restaurati e comunque non (ancora) fagocitati dal turismo, che conservano una loro autenticità primitiva se così si può dire.

Siamo fuori dagli itinerari del turismo di massa, ciò che fa di questi posti dei luoghi affascinanti.

A Bobbio abbiamo sostato nell’area di sosta comunale sulla riva del fiume Trebbia, frequentatissimo dalla gente del luogo che vi si bagna e ci trascorre le calde giornate d’estate.

Bella area di sosta a cui manca almeno un blocco servizi e docce che visto il contesto (spiaggia sul fiume) sarebbe opportuno.

Oltre ai monumenti per cui è famosa, Bobbio ospita un’importante mostra del cinema (in corso in questi giorni), così come Pontremoli è sede del premio letterario Bancarella e mi è parso abbia una vivace agenda culturale. Si tratta però di città che, appunto, non sono mete iconiche nel turismo di massa, ben diverse, tanto per fare un esempio, dai borghi della Val d’Elsa e perciò prive di quel make up che rende quelli più carini ma forse meno veri.

Tornando a noi, siamo arrivati a Bobbio nel tardo pomeriggio (ha guidato quasi sempre Veronica a cui ho promesso che avrebbe potuto farlo ogni volta che voleva). Nonostante il caldo torrido, che ci ha accompagnato in tutti questi giorni, sistemato il camper ci siamo subito messi in cammino e abbiamo raggiunto il paese con l’abbazia, il centro storico medievale, il castello Malaspina (ce n’è uno in ogni paesino della Lunigiana, altro tratto in comune), scendendo infine al ponte Gobbo per raggiungere da lì una piccola piscina termale e fare ritorno al camper.

Con i chilometri della corsa mattutina nelle gambe, la stanchezza si è fatta sentire tutto il giorno perciò dopo cena sono crollato: niente festival del cinema per questa volta.

L’indomani da Bobbio ci siamo portati a Pontremoli – non a piedi, attraversando gli Appennini seguendo il Cammino degli Abati (come Veronica si è impegnata di fare a breve) – bensì in camper attraverso il passo della Cisa.

Visita della città, fin su al castello del Piagnaro, ancora una volta con un caldo soffocante a rendere tutto un po’ faticoso, poi si trattava di capire dove avremmo trascorso la notte.

In Lunigiana ci sono pochissime aree di sosta per camper, la maggior parte sono niente più che posteggi sull’asfalto. Impossibile trovare in zona un allaccio alla corrente, ho individuato non distante da Pontremoli un parco di castagni, poco lontano dalla Pieve di Sorano. L’abbiamo raggiunto e ci siamo sistemati lì, a bordo del parco, all’ombra dei castagni e con il sottofondo del luna park poco distante.

Oggi Malgrate, Bagnone, Fivizzano e Castello della Verrucola. E finalmente una doccia e un po’ di riposo qui al campeggio di Nicolò. Snoopy ci è riconoscente: a Fivizzano ci ha fatto capire che non ne poteva più.






sabato 4 settembre 2021

Coma Cose

 Non sottovalutare mai il ritorno
Verso casa o ciò che chiami tale

Il rientro a casa è sempre diverso e sempre uguale.
Questa volta mi sembra di essere stato via dei mesi non due settimane. Mi disorienta non trovare a fianco delle strade le piste ciclabili, mi pare anche di non ricordare più come funzioni la vita qui. Può sembrare un’esagerazione ma è davvero così, sono anche preoccupato per la ripresa del lavoro: dovrò reimparare tutto.
Credo dipenda da questo anno e mezzo di pandemia che ha congelato le nostre vite. 
Uscire dall’Italia è stato molto diverso che in passato, più simile questa volta a quando da bambino andavo all’estero e il mondo non era ancora così globalizzato. 
C’erano molti meno turisti stranieri, lo stesso approccio alla pandemia, molto diverso tra uno Stato e l’altro, ha forse marcato di più le differenze.
Che altro?
Come sempre ho apprezzato la riconquista degli spazi e delle comodità di casa anche se, devo dire la verità, questa volta in modo meno marcato che in passato (al contrario di Veronica che dice di averlo notato più di altre volte…).
Snoopy è soddisfatto: ha di nuovo la sua cuccia, il rifugio sotto il divano e una vita più consona alla sua età di vecchio animaletto abitudinario.
I ragazzi, nonostante siano dispiaciuti per la fine della vacanza, tutto sommato sono già proiettati ai loro prossimi impegni. 
Insomma si riparte. 
Vorrei ricominciare con una prospettiva nuova e sarà sicuramente così: per quanto breve, il viaggio, il confronto con luoghi e persone distanti lascia sempre una traccia. Basterà seguirla.





giovedì 2 settembre 2021

Tot ziens Nederland!

Ieri sera, dopo cena, Giacomo ha preso la bicicletta e raggiunto Tobi in centro a L'Aja (a circa mezz'ora di strada dal campeggio). Devo ammettere che un po' ero in apprensione ma d'altra parte è grande, anche a casa si muove da anni in bicicletta e sa senz'altro cavarsela (parla inglese meglio di tutti noi). Ha fatto quello che è normale per un suo coetaneo olandese (in effetti, mi ha raccontato che anche Tobi era in bici che usa ogni giorno anche per gli spostamenti di lavoro).
Bici e inglese: mi pare una buona sintesi di questi giorni olandesi.

Abbiamo lasciato da poche ore l’Olanda dopo aver trascorso la giornata a Rotterdam passeggiando dal Willemsbrug a Blaak e da lì all’Erasmusburg tra opere architettoniche d’avanguardia e vascelli restaurati che raccontano la storia di porti lontani. 
In tutti serpeggia un po’ di malinconia per la vacanza che volge al termine. Ci mancheranno questi giorni e anche questa terra in cui iniziavamo ad ambientarci ora che avevamo preso confidenza con le persone e lo stile di vita di qui.
È comunque soltanto un arrivederci: sono pronto a scommettere che ci torneremo presto.
Per il momento, per attenuare la nostalgia, abbiamo fatto scorta dei nostri cibi locali preferiti: formaggi, birra e soprattutto stroopwafels. 

Sono circa dieci anni che viaggiamo in camper. Rileggendo i post più datati di questo blog ripenso ai nostri esordi e a come fossero diverse allora le nostre avventure in camper: negli anni non solo è cambiato il mezzo di trasporto ma anzitutto l’equipaggio. Siamo più esperti, meno esposti agli imprevisti, Giacomo ed Eleonora sono cresciuti, viaggiare con loro è molto più facile ora.
Tutte le vacanze che abbiamo fatto in camper sono però accomunate da un filo rosso che credo sia la curiosità di scoprire nuovi luoghi vivendoli infiltrandoci il più possibile in essi, con uno stile tutto nostro che si è costruito nel tempo.

Ora breve sosta a Broken, piccola città della della Renania Settentrionale-Vestfalia in cui è possibile parcheggiare il camper nei pressi della piscina comunale. Dal sito sembra l’Acquarena di Bressanone: verificheremo di persona.




mercoledì 1 settembre 2021

Delft

Ultima notte in Olanda. Domani visiteremo Rotterdam e poi per la notte ci porteremo in Germania. Da giovedì inizia il viaggio di rientro.
Siamo a Delft, graziosa cittadina universitaria situata tra l’Aja e Rotterdam, famosa per le sue ceramiche blu e per aver dato i natali a Vermeer (il pittore della Ragazza con l’orecchino di perla per intenderci). Le tre città sono vicinissime tanto che formano quasi un unico agglomerato urbano. Questo ci ha permesso di utilizzare il campeggio di Delft come base per visitare la zona (anche considerate le poche alternative in quest’area). Il Gaasper era senza dubbio più bello, immerso nel verde del parco. Il camping in cui ci troviamo ha piazzole più anguste, su cemento ma servizi igienici nuovissimi e puliti e le docce senza gettone che fa un bel po’ di differenza (pollice verso per il wifi che è limitato a pochi megabytes al giorno per piazzola con non più di due apparecchi collegabili).
Tira un vento freddo che, specialmente quando non c’è il sole, ci fa rimpiangere di aver lasciato a casa vestiti più pesanti. Il tempo qui è estremamente variabile - anche in questo l’Olanda sembra l’Inghilterra: domenica, ad esempio, siamo rientrati in campeggio dopo pranzo per riscaldarci un po’ perché improvvisamente si è annuvolato e ha iniziato a piovigginare e il vento gelido penetrava nelle ossa.
Delft è molto bella: il centro storico conserva edifici risalenti al secolo d’oro e alcune chiese gotiche (non è scontato da queste parti: L’Aja, come anche Rotterdam, è stata in gran parte distrutta dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale). La cittadina è attraversata da canali e pullula di biciclette e di giovani, credo anche per via dell’università.
L’Aja è una città poliedrica non solo per i grattacieli e gli edifici avveniristici a ridosso di quello che resta del centro storico. Nella stessa città coesistono zone molto eterogenee: dall’elegante quartiere delle ambasciate, situato nei pressi del palazzo Huis ten Bosch, residenza ufficiale della famiglia reale e poco distante dalla Corte Internazionale di Giustizia, con le sue gallerie d’arte e le villette signorili a Scheveningen con la spiaggia, i surfisti, la ruota panoramica (e Simonis che vale una visita per degustare le deliziose aringhe crude).
È un peccato dover riporre le biciclette e lasciare questi posti. A casa non troveremo le piste ciclabili che hanno qui né i garage per le biciclette ma scommetto che almeno per un po’ la voglia di inforcare la bici per muoverci in città ci resterà attaccata. 




 



domenica 29 agosto 2021

Pale che girano

Da un paese cartolina all’altro. 
Lasciata Giethoorn subito dopo colazione, ritorniamo a sud.
Ci dirigiamo verso Haarlem che, in base al mio programma, avremmo dovuto raggiungere giovedì in biciletta da Amsterdam. Veronica, per dirla tutta, si era dimostrata subito scettica, ritenendo l’escursione troppo impegnativa e non coerente con lo spirito di una vacanza tanto che con Eleonora stava progettando di andarci in treno (mentre Giacomo e io saremmo rimasti fedeli al progetto iniziale). 
Sennonché un imprevisto ci ha costretto a rivedere il programma: abbiamo trovato la bicicletta di Giacomo con la ruota a terra (sabotaggio?), perciò siamo stati costretti a cercare un negozio dove sostituire copertone e camera d’aria e mezza giornata se n’è andata così. Nel suo piccolo è stata anche questa un’avventura grazie alla quale siamo venuti a contatto con una simpatica signora afro-olandese che gestisce un negozio di cicli vicino alla Johan Cruijff Arena e poi con un bizzarro commesso di Decathlon che è riuscito a sostituire copertone (recuperandone non saprei dove uno usato quando ormai avevamo perso ogni speranza) e camera d’aria. Persone davvero empatiche, gentili – molto più degli standard ai quali siamo abituati – e comunicative.
Quindi, insomma, era rimasta questa lacuna rispetto programma che avevo accuratamente studiato e, anche se l’ideale sarebbe stato visitare Haarlem raggiungendola in bicicletta per poi magari proseguire fino al mare, rebus sic stantibus ci avremmo fatto tappa durante il tragitto dal nord verso L’Aja.
Abbiamo pranzato a Zaanse Schans, località nei pressi di Amsterdam (ci era stata consigliata dalla enologa che organizza la caccia al tesoro alla quale ci ha iscritti Eleonora) famosa per i mulini a vento. Tutto molto kitsch: un parco giochi per turisti con tanto di fattoria-museo sulla produzione del rinomato formaggio olandese che è possibile degustare e consigliabile acquistare. Poi le fotografie personalizzate con i mulini sullo sfondo che puoi stampare sotto forma di calendario o puzzle, il gelato e gli immancabili stroopwaffels da passeggio.
Altissima concentrazione di Italiani, addirittura più che nel quartiere a luci rosse di Amsterdam.
Ovviamente ce ne andiamo a gambe levate (non senza aver prima degustato il formaggio, sia chiaro).
Ad Haarlem troviamo parcheggio con difficoltà. La città è adorabile con gli eleganti quartieri di case in stile vittoriano che circondano il centro storico: se mi avessero catapultato qui, penserei di trovarmi in Inghilterra. La gente un po’ meno o, per meglio dire, percepiamo un po’ di insofferenza verso il camper tanto che dopo aver faticosamente trovato posteggio nei pressi di un supermercato un Harlemiano (suppongo si chiamino così) ci invita energicamente ad andarcene fuori città (sic) dicendo che lì non potevamo stare. Gli chiedo per quale ragione spiegandogli che avremmo soltanto sostato qualche ora, tempo di visitare il centro storico e fare un po’ di spesa e lui si rasserena rispondendomi che, se non avevamo intenzione di passare la notte lì, allora non c’era problema. Figuriamoci! Ci era chiara l’antifona già dal giorno prima quando un poliziotto alle 8,00 aveva iniziato a bussare alle porte del camper, parcheggiato nei pressi di un supermercato, urlando wake up! .
Ringrazio e saluto l’Harlemiano mandandolo a quel paese solo mentalmente.
Raggiungiamo il centro storico quando ormai tutto sta chiudendo – ancora non riusciamo a sintonizzarci sul fuso orario olandese: qui dopo le 18,00 puoi al massimo mangiare e (soprattutto) bere. Visitiamo frettolosamente la città e ritorniamo al camper: dobbiamo ancora trovare una sistemazione per la notte e alle 20,45 c’è la partita.
È nuvoloso e minaccia pioggia ma a rovinarci la serata sarà un difensore brasiliano.