Ultima notte in Olanda. Domani visiteremo Rotterdam e poi per la notte ci porteremo in Germania. Da giovedì inizia il viaggio di rientro.
Siamo a Delft, graziosa cittadina universitaria situata tra l’Aja e Rotterdam, famosa per le sue ceramiche blu e per aver dato i natali a Vermeer (il pittore della Ragazza con l’orecchino di perla per intenderci). Le tre città sono vicinissime tanto che formano quasi un unico agglomerato urbano. Questo ci ha permesso di utilizzare il campeggio di Delft come base per visitare la zona (anche considerate le poche alternative in quest’area). Il Gaasper era senza dubbio più bello, immerso nel verde del parco. Il camping in cui ci troviamo ha piazzole più anguste, su cemento ma servizi igienici nuovissimi e puliti e le docce senza gettone che fa un bel po’ di differenza (pollice verso per il wifi che è limitato a pochi megabytes al giorno per piazzola con non più di due apparecchi collegabili).
Tira un vento freddo che, specialmente quando non c’è il sole, ci fa rimpiangere di aver lasciato a casa vestiti più pesanti. Il tempo qui è estremamente variabile - anche in questo l’Olanda sembra l’Inghilterra: domenica, ad esempio, siamo rientrati in campeggio dopo pranzo per riscaldarci un po’ perché improvvisamente si è annuvolato e ha iniziato a piovigginare e il vento gelido penetrava nelle ossa.
Delft è molto bella: il centro storico conserva edifici risalenti al secolo d’oro e alcune chiese gotiche (non è scontato da queste parti: L’Aja, come anche Rotterdam, è stata in gran parte distrutta dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale). La cittadina è attraversata da canali e pullula di biciclette e di giovani, credo anche per via dell’università.
L’Aja è una città poliedrica non solo per i grattacieli e gli edifici avveniristici a ridosso di quello che resta del centro storico. Nella stessa città coesistono zone molto eterogenee: dall’elegante quartiere delle ambasciate, situato nei pressi del palazzo Huis ten Bosch, residenza ufficiale della famiglia reale e poco distante dalla Corte Internazionale di Giustizia, con le sue gallerie d’arte e le villette signorili a Scheveningen con la spiaggia, i surfisti, la ruota panoramica (e Simonis che vale una visita per degustare le deliziose aringhe crude).
Siamo a Delft, graziosa cittadina universitaria situata tra l’Aja e Rotterdam, famosa per le sue ceramiche blu e per aver dato i natali a Vermeer (il pittore della Ragazza con l’orecchino di perla per intenderci). Le tre città sono vicinissime tanto che formano quasi un unico agglomerato urbano. Questo ci ha permesso di utilizzare il campeggio di Delft come base per visitare la zona (anche considerate le poche alternative in quest’area). Il Gaasper era senza dubbio più bello, immerso nel verde del parco. Il camping in cui ci troviamo ha piazzole più anguste, su cemento ma servizi igienici nuovissimi e puliti e le docce senza gettone che fa un bel po’ di differenza (pollice verso per il wifi che è limitato a pochi megabytes al giorno per piazzola con non più di due apparecchi collegabili).
Tira un vento freddo che, specialmente quando non c’è il sole, ci fa rimpiangere di aver lasciato a casa vestiti più pesanti. Il tempo qui è estremamente variabile - anche in questo l’Olanda sembra l’Inghilterra: domenica, ad esempio, siamo rientrati in campeggio dopo pranzo per riscaldarci un po’ perché improvvisamente si è annuvolato e ha iniziato a piovigginare e il vento gelido penetrava nelle ossa.
Delft è molto bella: il centro storico conserva edifici risalenti al secolo d’oro e alcune chiese gotiche (non è scontato da queste parti: L’Aja, come anche Rotterdam, è stata in gran parte distrutta dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale). La cittadina è attraversata da canali e pullula di biciclette e di giovani, credo anche per via dell’università.
L’Aja è una città poliedrica non solo per i grattacieli e gli edifici avveniristici a ridosso di quello che resta del centro storico. Nella stessa città coesistono zone molto eterogenee: dall’elegante quartiere delle ambasciate, situato nei pressi del palazzo Huis ten Bosch, residenza ufficiale della famiglia reale e poco distante dalla Corte Internazionale di Giustizia, con le sue gallerie d’arte e le villette signorili a Scheveningen con la spiaggia, i surfisti, la ruota panoramica (e Simonis che vale una visita per degustare le deliziose aringhe crude).
È un peccato dover riporre le biciclette e lasciare questi posti. A casa non troveremo le piste ciclabili che hanno qui né i garage per le biciclette ma scommetto che almeno per un po’ la voglia di inforcare la bici per muoverci in città ci resterà attaccata.
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