Vorrei rimanere qui a Valguarnera Caropepe - che manco sapevo esistesse solo poche settimane fa - per poter godere ancora e ancora dello spettacolo del sole che tramonta su questo mare di sulla, grano e mandorli, lambito all’orizzonte dalla sagoma imponente dell’Etna fumante, con questa brezza meravigliosa e impensabile solo poche ore fa quando il sole torrido dell’estate siciliana fiaccava le nostre forze.
Oppure sarebbe bello riprendere la vita e il lavoro di tutti i giorni ma la sera, almeno in estate, poter essere qui e fermarsi a contemplare il tramonto che colora d’oro le colline e l’orizzonte e poi, poco a poco, quando il sole scompare, il cielo si fa indaco e infine nero e le colline si accendono delle luci dei paesini che vi sono arroccati.
Filippo e sua moglie venivano qui da fidanzati. Quando questo pezzo di collina è stato messo in vendita, non ci hanno pensato due volte: lo hanno acquistato, seppure entrambi avessero un altro impiego, e hanno avviato una azienda agrituristica. Ci raccontano di un sogno realizzato e di una scommessa vinta: l’agriturismo, specialmente in primavera, si riempie di campeggiatori provenienti da Germania, Olanda, Francia, Regno Unito - molti, ci raccontano, sono artisti: pittori, scultori (che vengono qui evidentemente per assorbire la bellezza, materia prima di ogni arte).
Così, poco per volta, questa nuova avventura erode l’impiego della vita precedente e i nostri ospiti possono godere del privilegio di fare per lavoro ciò che amano.
Filippo che, anche grazie al suo lavoro, conosce la regione palmo a palmo, dispensa suggerimenti sull’itinerario da seguire e lo fa sempre parlando da innamorato di questa terra e della vita.
Certo la maledetta epidemia che ha sconvolto il mondo intero si è abbattuta anche qui - le presenze dei turisti sono imparagonabili a quelle degli anni scorsi, lo si constata ovunque, in quest’area in particolare - ma non ha rubato la fiducia a questi due sognatori. E lo trovo meraviglioso.
Il cuore della Sicilia si è rivelato sorprendente.
Già percorrendo la strada che da Palermo conduce nel nisseno, superato il caotico hinterland cittadino, ci si ritrova in un vasto territorio collinare nel quale distese di grano puntellate da querce e mulini a vento mi riportano in Navarra e ai giorni (sempre presenti) trascorsi sul Cammino di Santiago.
Giungiamo nella tarda serata di martedì a Mussomeli, borgo dominato da un castello medievale (riprodotto in un francobollo di molti anni fa) che ci eravamo ripromessi di visitare.
Si tratta di un’area ignorata dalle tradizionali rotte turistiche tant’è che di fatto non c’è nessun altro a visitare il castello - se non i fantasmi che lo popolano e che Snoopy ci segnala con un fare insolitamente eccitato - e nei paesi la sensazione è che la gente ci veda come dei marziani.
Ci portiamo poi a Santa Rita, un borgo sperduto non lontano da Caltanisetta dove molte guide segnalano la presenza di un fornaio che con i grani antichi di Sicilia produce un pane prelibato che è possibile consumare per più giorni. Arriviamo con fatica al borgo, anche in questo caso sorprendentemente privo di segnalazione come pure di una strada definibile come tale, e non troviamo nessuno nella minuscola bottega se non un anziano cagnone assonnato che non dimostra alcun interesse per la nostra presenza. Pertanto telefono al numero riportato sul cartello all’ingresso e solo così una signora viene ad aprirci. Purtroppo non hanno pane (non lo infornano tutti i giorni), facciamo comunque scorta di pasta a km 0.
Puntiamo infine su Enna dove visitiamo l’imponente Castello di Lombardia dal cui torrione si domina quasi l’intera regione per arrivare infine a Valguarnera Caropepe, da Filippo e Monica.
Ci concediamo un giorno di descanso e poi, tenendo l’agriturismo come base, visitiamo Piazza Armerina con la stupefacente Villa del Casale, Morgantina, Aidone, Caltagirone.
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