Marina di Grosseto è un ameno paesino affacciato sul mare,
in parte mimetizzato nella pineta che precede la spiaggia. Niente di che. Mi ha
ricordato Lignano con le sue villette degli anni 70, gli alberghi e i
ristoranti. A Pasquetta, come chissà quanti altri posti, era tutto un brulicare
di famigliole a passeggio sul lungomare e di ragazzi sulla spiaggia e di cani
ovunque.
Il mare è un richiamo a cui non so resistere. Non so perché:
se sia un imprinting legato alla mia infanzia e alle settimane felici trascorse
in Liguria d’inverno e in estate al sud o se – mi piace pensarlo – sia quel po’
di sangue siciliano che mi scorre nelle vene. Sta di fatto che al mare sono
felice. E in questo ho contagiato i miei figli: Eleonora non fa che chiedere
dall’inizio del viaggio quando potremo fare il bagno. Non riusciamo a
convincerla che non è proprio il caso a marzo. Al massimo a Saturnia…
Pasquetta è trascorsa come d’ordinanza: relax sulla spiaggia,
partitella a calcio, biciclettata fino a Principina a Mare.
Ho trovato anche il tempo per recuperare la corsa della
domenica che mi è costata un bel po’ di fatica – evidentemente devo ancora
digerire il quinto livello di Albanesi – e il ginocchio destro che ora è
dolorante e fuori servizio.
Oggi abbiamo raggiunto l’Argentario. Sosta a Porto Santo
Stefano, dov’era misteriosamente ormeggiato lo yacht di Lady D e Al Fayed, giro
panoramico del promontorio e tappa finale alla spiaggia della Feniglia.
Avevo mille idee in testa: trekking sull’Argentario, falò
notturno in spiaggia (che oggi è deserta)…
Veronica però, dopo 48 ore di plen air, ha bisogno di sassi
e storia. Siamo a Vulci, nella Maremma Laziale. Fuori è buio e latrare di cani.
Il cielo è uno spettacolo. Qua intorno dovrebbe esserci un parco archeologico, un
castello medievale e un ponte romano.
Stefano
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