venerdì 4 agosto 2017

Lost in Sicily

Ormai sono disorientato nello spazio e nel tempo. Non so più che giorno della settimana sia e per avere presente dove ci troviamo, in tutto questo spostarsi da una località all’altra, devo concentrarmi e far mente locale. È una buona notizia, segno che le vacanze funzionano disancorandomi dai consueti riferimenti. Perdersi di tanto in tanto fa bene.
Il caldo in questi giorni è torrido, si sfiorano i 50 gradi, il cielo da blu si è fatto bianco perla, grigio arancione. 
Siamo a Mazara del Vallo ospiti di una lussuosa area di sosta, pulitissima, con piscina, area barbecue, gli ulivi tra le piazzole. Si può dire che siamo i soli ospiti della struttura (abbiamo condiviso l’area al massimo con un altro camper), ciò che rende ancora più confortevole il soggiorno qui.
La proprietaria è gentilissima anche se, devo dire, un po’ troppo loquace per i miei gusti: ci ha segnalato ristoranti, spiagge, suggerito quartieri e siti da visitare, elencato optional con i quali rendere ancora più smart il nostro soggiorno. Ci vorrebbe un torinese a gestire questo posto e sarebbe perfetto.
Mazara del Vallo e i dintorni della cittadina non sono entusiasmanti: ho ritrovato qui i paesaggi un po’ fatiscenti e trascurati che ricordavo dalla mia infanzia. C’è molta immondizia per terra, cani randagi, l’impianto urbanistico delle città è disordinato e anarchico, ho rivisto i palazzi perennemente in costruzione (con i tondini scoperti per eventuali sopraelevazioni) che ricordavo nella locride.
Ma non mancano ovviamente le eccellenze. Tra queste il gambero rosso: non potevo non assaggiarlo! Li ho ordinati al ristorante-pizzeria nel quale ci ha indirizzati la nostra e devo riconoscere che sono deliziosi, dolci e carnosi… La mia pietanza ne contemplava quattro (per 14 euro), per fortuna Eleonora ha avanzato metà della sua pizza.
In questi giorni abbiamo visitato la valle dei templi ad Agrigento e l’area archeologica di Selinunte. Due modi opposti di gestire un tesoro artistico. Ad Agrigento il sito è perfettamente organizzato: sono state create delle infrastrutture di accoglienza per i turisti, l’area è pulita e ben segnalata. Selinunte è stata una delusione. Sembra di tornare negli anni ’80: le strutture ricettive risalgono probabilmente a quel periodo. Il sito sembra lasciato a se stesso, pieno di immondizia - davvero è sconcertante e scandaloso che in un’area del genere ci siano cumuli di spazzatura. Manca una gestione  moderna dell’area: le guide sono presenti solo la mattina, pochi pannelli illustrano i monumenti del sito, non c’è audioguida.
Il caldo ci ha messo a dura prova: devo riconoscere che i ragazzi lo hanno sopportato con pazienza. Snoopy invece ne ha fatto una tragedia: guaiva finché non riusciva a infilarsi in qualche porzione ombreggiata. Ieri a Selinunte, mentre con Giacomo cercavo di raggiungere l’agorà - Veronica ed Eleonora avevano desistito - Snoopy, che da buon cane pastore non ha potuto fare a meno di seguirmi, a un certo punto mi è saltato addosso abbaiandomi come volesse dire “ma sei pazzo? torniamo indietro!”.
Un'ultima annotazione. Ho acquistato una guida non convenzionale della Sicilia, edita da un piccolo editore di Marsala. Si chiama proprio così: “Sicilia. Una guida non convenzionale”. Racconta l’isola attraverso le storie dei protagonisti (conosciuti e meno noti) della lotta alla mafia, ripercorrendo la vita di questi siciliani lungo le strade che attraversiamo. E’ un volume prezioso.




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