venerdì 23 agosto 2013
23 agosto - Villetta Barrea. Abbiamo lasciato Pompei e la Campania con la promessa di tornarci presto, magari già durante le prossime vacanze di Natale. Sarebbe stato bello visitare Napoli ( e assaggiare la pizza in una delle pizzerie storiche del centro). Ci sarebbe piaciuto anche salire al cratere del Vesuvio. E poi con la circumvesuviana si può raggiungere la costiera amalfitana ( e da lì, volendo, imbarcarsi per Capri o una delle altre isole del golfo). Ma si tratta di escursioni fuori dal nostro budget per quest'estate perciò le rimandiamo a un'altra occasione ( l'idea di tornarci per Natale mi affascina: il mare d'inverno lo adoro).
Nell'itinerario di ritorno verso Acciano decidiamo di far tappa al parco nazionale d'Abruzzo (anzi, per essere precisi, "parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise") e così impostiamo il navigatore su Pescasseroli. Ci arriviamo da Cassino, percorrendo una strada meravigliosa, soprattutto nell'ultimo tratto quando la strada si addentra in una foresta di aceri e per alcuni chilometri si viaggia nel bel mezzo di un bosco. Pescasseroli invece è una delusione. Il paesino mi pare volersi atteggiare a Cortina d'Ampezzo del parco: ci sono questi turisti molto chic che passeggiano per il centro e la sensazione che ne ho avuto ė di un posto che cerca di essere elitario, esclusivo. Ci sono dovunque divieti: oltre a quelli, prevedibili, riservati ai camper, ė vietato calpestare l'erba nei giardinetti e portarci i cani... In generale, saremmo stati sfortunati, non ritrovo qui quella cordialità meridionale di cui scrivevo in precedenza. Visitiamo il "Centro Natura" del parco nel quale sono ospitati un orso marsicano, una poiana e un lupo oltre ad alcuni cerbiatti che sono stati soccorsi e curati e non possono, almeno per ora, tornare a vivere in libertà. Il prezzo di ingresso (€ 6 gli adulti, € 4 i bambini) è a mio avviso esagerato in relazione a quello che offre il parco. I bambini però sono entusiasti nel vedere da vicino gli animali e passiamo un'ora davvero piacevole.
Ci rechiamo al punto informazioni turistiche, facciamo incetta di mappe e depliants e decidiamo di cercare un posto per pernottare. Non sarà semplice fare campeggio libero qui: i divieti, non solo di campeggio ma anche di sosta e transito per i camper, fioccano ovunque. La mia impressione ė che si utilizzi a volte come pretesto la tutela dell'area naturalistica per convogliare i turisti verso le strutture ricettive a pagamento della zona. Ci dirigiamo verso Opi e da lì seguiamo le indicazioni per la Val Fondillo; raggiungiamo il parcheggio all'ingresso della valle (noto con fastidio che anche l'area picnic annessa è a pagamento) ma i gestori del bar ci avvisano che i camper non possono sostare lì durante la notte: capita, dicono, che arrivi la guardia forestale e nel cuore della notte ti sveglino e ti facciano sloggiare (questo aneddoto continua a turbare Eleonora che, ogni volta che incrociamo un fuoristrada della forestale, li addita come quelli che vanno a svegliare di notte le persone, peraltro va dicendo che anche lei vuole fare quel lavoro da grande). Raggiungiamo quindi Viletta Barrea e, non lontano dal lago, troviamo un parcheggio dove incredibilmente è autorizzata la sosta dei camper. Ci sistemiamo lì, a due passi da un parco giochi e da una suggestiva passeggiata in riva a un torrente lungo la quale si possono incontrare cervi selvatici e dar da mangiare agli asinelli.
Oggi abbiamo fatto una lunga camminata: cinque ore di marcia - i bambini sono stati bravissimi - sulle pendici delle montagne che sovrastano il lago, picnic sotto una quercia secolare a 1200 metri e ritorno passando da Civitella Alfedena, un grazioso paesino di pietre che assomiglia ad Acciano ma questo è stato tutto restaurato e pullula di alberghi e affittacamere.
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