Pienza è l’ultima sosta prima di casa. la tappa conclusiva di questo viaggio, decontestualizzata dal tema …ma fino a un certo punto.
Arrivandoci nel tardo pomeriggio, scopriamo un percorso panoramico che conduce dal parcheggio al centro del paese: anziché varcare la porta che introduce nel borgo antico, si percorre un camminamento periferico, adiacente il seminario vescovile, che lambisce uno dei versanti della collina su cui è posto l’abitato. Il sentiero affaccia sulla pianura sottostante iconicamente rappresentativa della campagna senese: dolci colline percorse sul crinale da sinuose strade sterrate orlate dai cipressi, qualche casale, querce, campi ingialliti. Godiamo di un panorama stupendo, offuscato soltanto da un velo d’afa, che ci rimanda inevitabilmente alla terrazza di Valguarnera Caropepe.
Mi piace pensare che ci sia dunque una coerenza nella scelta di quest’ultima tappa che rievoca quella che probabilmente resterà l’immagine più forte di questo tour della Sicilia.
La Toscana, a differenza della Sicilia, è dovunque curata e pulita, non ci sono qui a bordo strada i rifiuti che purtroppo spesso costellano le strade (sovente malconce) della Sicilia, né edifici fatiscenti: lo si nota immediatamente uscendo dall’autostrada dopo aver trascorso quindici giorni al sud.
Questo dice quanto sarebbe importante che imparassimo una volta per tutte a valorizzare il nostro territorio: la Sicilia è certamente una delle regioni più belle d’Italia, ha paesaggi e custodisce opere d’arte straordinarie eppure tanta bellezza sembra sminuita, deprezzata. Se ripenso al lungo mare di ponente a Milazzo, con quella vista stupenda sulle Eolie lercio di rifiuti, col selciato di pietre e buche…
La riflessione potrebbe ampliarsi al senso civico: mi rendo conto che per quanto l’amministrazione comunale o i privati possano fare, se non c’è rispetto per il bene comune, se manca l’educazione, non si otterrà mai nulla. I servizi igienici di un campeggio possono venire puliti anche più volte al giorno ma se poi chi li utilizza non si preoccupa di lasciarli in ordine, poco vale; così per l’immondizia: finché la gente abbandona materassi, pneumatici e mobili vecchi sul ciglio della strada, invece che conferirli negli appositi centri di raccolta, è inutile pianificare strategie di smaltimento dei rifiuti. E gli esempi ovviamente potrebbero essere innumerevoli: a Palermo ci sono marciapiedi coperti da escrementi di cane i cui padroni non hanno ritenuto di raccogliere e gettare. Con questo intendo dire che c’è un’urgenza culturale prima ancora che di buona amministrazione di cui occorrerebbe prendere atto.
Detto questo...
Le vacanze sono terminate. Se mi guardo indietro, posso constatare che dopo una decina di anni, siamo ormai camperisti navigati: abbiamo imparato molto della vita en plenair e ci siamo cuciti addosso un nostro stile nel condurla - che non è lo stesso per tutti ovviamente. I ragazzi sono cresciuti ed è più semplice gestire tante incombenze: se vogliamo sappiamo essere una squadra affiatata ed efficiente.
Il camper non è nel nostro caso l’esclusiva, modalità di viaggiare: tra tutte è quella che probabilmente, come credo di aver già scritto in passato, porta a sporcarsi maggiormente le mani, impegna maggiori energie e per certi aspetti consente di addentrarsi meglio nei posti e tra la gente.